L’occasione era troppo ghiotta e alla fine non ce l’ho fatta. A non essere presente, intendo. Una premessa è doverosa per spiegare questo incipit. Tutte le cose, e lo notiamo soprattutto nel caso di quelle belle, hanno una fine. Ecco, considero la fase passionale del mio amore per i Litfiba conclusa da molti anni, per una serie di motivi. Passa il tempo, cambiano i gusti, o meglio si affinano, e la storia della band fiorentina è stata piuttosto movimentata dal ’99, anno dello scioglimento del sodalizio artistico fra Pelù e Renzulli, al 2009, quando a sorpresa c’è stata la reunion, e fino a oggi.
D’altra parte, un gruppo con una carriera del genere non può passare indenne attraverso oltre quarant’anni di storia, e molte sono state le defezioni importanti che si sono succedute. Causa Covid, poi, i live pensati per festeggiare proprio i quarant’anni della band sono stati posticipati, tramutandosi in un tour d’addio intitolato enfaticamente “L’ultimo girone”. E qui AMA Music Festival ha piazzato il colpo dell’estate, assicurandosi una tappa della tournée, nel bellissimo parco di Villa Ca’ Cornaro a Romano d’Ezzelino. Dopo Nothing but Thieves e Ska-P, headliner delle prime due serate del festival, la terza giornata è stata totalmente incentrata sul concerto della storica band fiorentina.
Quindi, come si fa a mancare a una fra le ultime date del tour d’addio, praticamente fuori dalla porta di casa? E soprattutto, come fai a mancare se il primo concerto rock cui hai assistito è stato proprio dei Litfiba poco meno di trent’anni fa allo Stadio Mercante di Bassano del Grappa per il “Terremoto Tour”?
E allora, bando alle nostalgie! In una location dall’indubbio fascino venerdì 26 agosto 2022 è andato dunque in scena l’ultimo atto, salutato dalla presenza entusiastica di un pubblico da tutto esaurito, della storia dei Litfiba, gruppo di primaria importanza per il rock in Italia. Piero Pelù e Ghigo Renzulli salgono sul palco, accompagnati dal resto del gruppo, puntualissimi e danno il via alle danze, letteralmente “il ritmo dalla pelle passa al cuore” e a Ritmo 2 è affidato, un po’ a sorpresa per chi scrive, l’incipit del live. Il tempo di scaldarsi e, dopo il saluto del sempre carismatico Pelù, si passa in rapida successione a due cavalli di battaglia come Proibito e Tex, sui quali partono irrefrenabili i cori di appassionati storici o meno. La scaletta è un continuo flash back, un viaggio avanti e indietro nel tempo, con le successive La Preda e l’amatissima Eroi nel Vento si torna addirittura a Desaparecido, primo mitico album, pubblicato nel 1985. Il suono è potente, Pelù ispirato e, come da tradizione, “predicatore” fra un brano e l’altro. Fra ironia e autoironia (“e allora spariamocelo questo cazzo di tormentone”, introducendo Regina di Cuori), fra attualità (scienza, fake news, il “pazzo col colbacco”, mafia, l’emergenza idrica con Woda Woda) e ricordi (la bella dedica de “Il volo” agli amici che hanno accompagnato la band negli anni: Erriquez, Candelo Cabezas e naturalmente il compianto Ringo De Palma).
Le parole di Piero fungono sapientemente da intro ai brani che verranno eseguiti, come nel caso della splendida Istanbul, oggi dedicata però al popolo curdo, cantata esibendo la bandiera del Kurdistan (“Kurdistan libero”). Le canzoni si susseguono rapidamente, il viaggio nel tempo prosegue senza intoppi, magari con qualche lacuna (alla fine saranno dolorose le mancate esecuzioni di Resta e Gioconda), ma anche con qualche perla, su tutte Apapaia, Lulù e Marlene e Paname. Durante l’esecuzione dell’immancabile El Diablo, poi, Pelù invoca la collaborazione di tutti, invitando fans sempre (più) aderenti a inginocchiarsi a “Sua Santità” per poi saltare all’unisono in piedi cantando ”6 6 6”.
Un live intenso, vissuto con un mix di gioia e malinconia, di trasporto e rimpianto, durato oltre due ore per un totale di 21 canzoni (e un breve accenno alla Yassassin bowieiana in coda a Istanbul). Una grande festa, direi, vissuta credo da tutti con serenità, entusiasmo e allegria. E che si è conclusa sulle note di un altro grande classico, Cangaceiro, canzone che a suo tempo funse da spartiacque fra i primi Litfiba e ciò che sarebbero divenuti poi, guidati dal duo Piero/Ghigo. Non poteva mancare, poco prima, la beneaugurante Lacio Drom (buon viaggio); il viaggio del gruppo, invece, finisce qui, e non si può dire che non sia stato lungo e pieno di successi. Grazie e “Que viva el bandido Litfiba”!
Scaletta:
1. Ritmo2
2. Proibito
3. Tex
4. La preda
5. Eroi nel vento
6. Apapaia
7. Woda woda
8. Istanbul (+ Yassassin)
9. Vivere il mio tempo
10. Fata Morgana
11. Bambino
12. Il volo
13. Spirito
14. Regina di cuori
15. Paname
16. Lacio drom
17. El Diablo
18. Lulù e Marlene
19. Dimmi il nome
20. Lo spettacolo
21. Cangaceiro
Quando: Venerdì 26 agosto 2022
Dove: AMA Music Festival – Romano d’Ezzelino (VI)
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Francesco Nicolli
Foto di Lucrezia Pegoraro Photography