Come ricorderemo, in Italia, musicalmente, questa estate 2023? Per quanto riguarda i concerti, cosa possiamo segnalare? Il ritorno live nel nostro Paese dei Depeche Mode? L’unica tappa italiana degli Iron Maiden, dopo la discutibile gestione, con annullamento in diretta, della data dello scorso anno a Bologna? I Guns n’ Roses al Circo Massimo? Gli show dei Coldplay, colorati che manco Jovanotti? Springsteen nella sua amata Italy? Gli attesissimi Blur a Lucca? Certo, e non solo.
Per stare in Veneto: il concerto infuocato (letteralmente) dei Rammstein a Padova per l’unica data italiana? Gli Hollywood Vampires a Marostica? Lo straordinario show elettro-visual dei Chemical Brothers all’AMA Festival, unico nel Belpaese? I Placebo davanti a Villa Camerini a Piazzola sul Brenta? O piuttosto la folla dei 60 mila per i Pinguini Tattici Nucleari (avessi detto Rolling Stones…) al Parco San Giuliano?
Ho evitato i concerti in grandi spazi, a favore di situazioni più raccolte, sarà che sto invecchiando. Ma ricorderò musicalmente queste calde giornate principalmente per tre motivi. Due legati alle prossime uscite discografiche, uno ai live. E partiamo proprio da qui.
Spoiler: articolo non proprio brevissimo. Qualcuno obietterà che il mio sguardo sia rivolto al passato. Vi posso assicurare che qui il passato è legato solo a carriere importanti, ma sono il presente e il futuro a farla da padroni. Let’s go!
3 di 3. I Marlene, ineluttabilmente
Dopo lo spettacolare concerto dello scorso novembre al Factory di Verona, quest’estate mi sto godendo i Marlene Kuntz dal vivo per ben tre volte. I MK sono senza dubbio il gruppo che ho ascoltato più volte (e sono veramente tante) live. Eppure, ogni volta la magia si rinnova, non mi stanco mai di assistere ai loro concerti, e quando ne ho l’occasione partecipo con trasporto agli eventi che li vedono protagonisti.
Da novembre poi, di cose ne sono successe. Purtroppo, la più importante, e la più triste, è stata la morte di Luca Bergia, fondatore e storico batterista del gruppo. Un evento drammatico che ha colpito duramente i suoi sodali e tutti i fans del gruppo. Pur essendo già stato sostituito negli ultimi tempi in modo tanto discreto quanto qualitativamente elevato dall’ottimo Sergio Carnevale, tutti, i suoi sodali in primis, abbiamo sperato a lungo che l’assenza di Luca fosse veramente solo temporanea, e che fosse realistico pensare a un suo ritorno in un futuro più o meno prossimo. Così, disgraziatamente, non è stato.
Tornando ai live cui ho partecipato, qualche nota: due situazioni completamente diverse. La prima, Marcesina, per Lagorai d’Incanto: amo la rassegna, ormai da anni la frequento e mi piace particolarmente ascoltare dal vivo gli artisti che apprezzo in montagna, a contatto con la natura, spesso in luoghi particolarmente affascinanti, dopo aver raggiunto la venue in escursione. Ecco, il posto dove hanno suonato i MK è particolarmente significativo, porta ben visibili i segni dei danni inferti all’Altopiano dei Sette Comuni, al Trentino e all’Alto Adige dalla tempesta Vaia nell’ottobre 2018, ed è particolarmente adatto a ospitare i brani dell’ultimo lavoro in studio dei Marlene, quel Karma Clima che è sia atto di denuncia che grido d’allarme, e comunque un atto coraggioso e ammirevole di portare l’attenzione di tutti a un tema di stringente e drammatica attualità come quello del cambiamento climatico. Un concerto, per la straordinarietà del luogo in cui si è tenuto, diverso, ma non meno intenso e partecipato, anzi. Ottima scaletta, pubblico numeroso, Cristiano & co assolutamente ispirati, pur se reduci da un lungo viaggio, avendo suonato la sera prima nel Sud Italia.
La seconda, una settimana dopo, a Treviso, Suoni di Marca. Un festival storico, che non ha bisogno di presentazioni, e che impreziosisce da trent’anni la città di un cartellone di concerti e spettacoli con protagonisti importanti artisti della scena italiana e internazionale. Dicevo: domenica sera, caldo torrido, i postumi di un lungo pranzo familiare, viaggio solitario in auto… niente di tutto ciò mi ha impedito di raggiungere le Mura della città e godere di un concerto tiratissimo, scaletta strepitosa, i nostri in formissima, veramente. Con l’aggiunta di un’esecuzione particolarmente intensa ed emozionante di Ti Voglio Dire (dal disco solista di Godano) dedicata a Bergia. Lacrime vere.
La terza occasione, beh, è speciale. Si terrà a Bassano del Grappa, in quel luogo magico che è Villa Angaran San Giuseppe, il prossimo 16 settembre nell’ambito di Ground (qui i dettagli dell’evento). Sarà la prima volta in assoluto per i MK a Bassano, e aver contribuito con Uglydogs all’organizzazione della data che segnerà la fine del tour estivo del gruppo è motivo di grande soddisfazione. Di più, è un sogno che si avvera. See you there.
K3. Gira nel mio Cerchio
La citazione litfibiana non inganni, il Cerchio a cui mi riferisco è quello dei Karma, che all’inizio della propria attività si chiamavano Circle of Karma, con cantato in inglese.
Già, perché ricorderò l’estate che volge (forse) al termine anche per il tempo in cui ho atteso l’uscita del nuovo, attesissimo album dei K. Qui, magari, a qualcuno servirà Wikipedia, ma per chi come il sottoscritto ha potuto godere in diretta di quel fantastico decennio creativo che sono stati gli anni Novanta il nome dei Karma richiama un rock duro ma al tempo stesso evocativo e psichedelico, con evidenti riferimenti alla simbologia indiana. Con all’attivo due soli album, l’omonimo del 1994 e Astronotus di due anni dopo, il gruppo ha rappresentato quasi una meteora, ma certamente di una luce abbagliante. E soprattutto ha lasciato una base di fedelissimi appassionati che per anni hanno sognato una reunion e nuova musica.
Reunion che a dire il vero c’è stata più di dieci anni fa, ma è stata di esigua durata e soprattutto dovuta a pochissime date live. Stavolta il discorso è diverso, i nostri nell’ultimo anno hanno postato inequivocabili messaggi e fotografie, fino ad annunciare il ritorno sia discografico, con un nuovo album intitolato semplicemente K3, in uscita (ufficiale) a fine ottobre, che all’attività live, con il release party al Bloom di Mezzago il prossimo 10 novembre, già sold out, e le prime date del tour da annunciare.
A oggi sono già tre i singoli lanciati, granitici e registrati ottimamente: Neri Relitti, Corda Di Parole e Atlante. E i versi d’esordio di Neri Relitti potrebbero rappresentare perfettamente la sensazione provata in questi mesi dai molti seguaci dei Karma:
Sospeso in apnea, tra i riflessi dei ricordi che tornano.
Registrato fra il 2020 e il 2022 fra la California e Milano, l’album è composto da dieci brani, che portano la firma, per i testi e le musiche, di David Moretti, voce e anima della band, composta oggi come nei nineties da Andrea Viti, Diego Besozzi, Andrea Bacchini e Alessandro Pacho Rossi.
Ehm, chi ha preordinato il disco, e sono fra questi, ça va sans dire, ha già avuto il piacere di ricevere a casa nelle scorse settimane il supporto fisico e quindi ha ascoltato per intero il lavoro. Beh, non sto qui a spoilerare nulla, ma… una bomba, non ci si poteva augurare un ritorno migliore! E le parole dei Karma stessi infondono sollievo ed esaltazione allo stesso tempo: “Siamo tornati per restare”.
La fine dei vent’anni. Estraemamente vicina
Stavolta la citazione è dal titolo di una bella canzone di Motta, ma si riferisce al tempo intercorso fra la pubblicazione dell’ultimo disco firmato dagli amati Estra, A Conficcarsi In Carne d’Amore (2003), che in verità era un live impreziosito da due inediti, e oggi. Se invece andiamo all’ultima release discografica in studio del gruppo dobbiamo risalire al 2001 di Tunnel Supermarket. Già, ma oggi? Beh, la notizia, bellissima, attesissima e salutata dal grande entusiasmo del fans della band trevigiana, non è di oggi ma è che anche gli Estra stanno registrando un nuovo disco di inediti!
A differenza del caso dei Karma, in quest’ultima decina di anni abbiamo potuto godere dell’arte di Giulio Casale, Abe Salvadori, Accio Nicola Ghedin ed Eddy Bassan in varie occasioni.
Partendo dal 2014, anno in cui i nostri sono stati protagonisti (oltre che dell’uscita di due inediti come Veleno Che Resta e Kamikaze politico) di un reunion tour che li ha visti suonare nella Penisola per meno di una decina di date fra primavera ed estate e l’anno successivo sotto le mura di Treviso (a Suoni di Marca) per quello che avrebbe dovuto essere il concerto di commiato definitivo, “The Last Waltz”. Così, fortunatamente, non è stato, e, sotto la spinta di organizzatori romantici e dalla percezione dell’amore che tutt’ora viene riservato al gruppo, abbiamo potuto godere della loro classe ed energia live in almeno un altro paio di occasioni, sempre in terra trevigiana, a Vascon e a Treviso, nel 2017 e 2020. E in ogni occasione credo che non solo nel cuore del pubblico ma nell’intimo dei musicisti stessi il mix di emozioni allo stesso tempo di rimpianto per quanto ancora avrebbe potuto essere e di speranza (mai sopita) per un possibile “Risveglio” convivessero in modo evidente e prepotente.
Ebbene, la realtà a volte supera anche la speranza, e il gruppo, supportato da colui che scherzosamente (ma non troppo) amo definire il Quinto Beatle, cioè Marco Olivotto, ha scritto i brani che andranno a comporre il nuovo album (anzi proprio in questi giorni è in studio di registrazione) e parallelamente lanciato un crowdfunding a supporto della realizzazione dello stesso. L’obiettivo minimo è stato raggiunto in pochissimo tempo, e il successo della raccolta fondi è un’ulteriore testimonianza di quanto gli Estra siano ammirati, stimati e… attesi! Come si chiamerà il nuovo disco? Ancora non si sa. Come suonerà? Nemmeno questo, naturalmente, è dato saperlo. Ma credo che non si discosterà da certe caratteristiche: le liriche di Giulio, anzi, Estremo (welcome back!) Casale saranno poetiche, ficcanti, taglienti, profonde, evocative.
Le chitarre di Abe sono state e saranno elemento imprescindibile del sound della band (ricordo come qualche tempo fa Giulio abbia confidato in un suo scritto come Manuel Agnelli, in passato, gli abbia confessato che ciò che invidiava agli Estra era proprio Alberto Salvadori e il suo stile), e la sezione ritmica di Accio e Eddy saranno di sicuro la colonna portante delle nuove canzoni. Ci saranno altri suoni? Musicisti ospiti? Il produttore sarà quel Giovanni Ferrario che abbiamo visto in foto a cena con il gruppo qualche tempo fa? E quando uscirà il disco? A quando i prossimi concerti? Tutte domande cui non so rispondere. L’attesa, si sa, è parte stessa del piacere che proveremo a tempo debito. Ma la fine dei vent’anni è vicina, anzi estraemamente vicina. Cari Estra, passateci (ancora) da dentro. E non uscite mai.
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Francesco Nicolli